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A Roma una rete per tutelare le donne vittime di violenza: dalle case rifugio ai centri per maltrattanti

A Roma nasce una rete cittadina contro la violenza di genere per tutelare le donne abusate: un progetto che punta a non occuparsi sono di un singolo caso in ottica emergenziale, ma che punta a sradicarne le radici.
A cura di Natascia Grbic
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immagine di repertorio
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Una rete cittadina che coinvolge Roma Capitale, Questura, Prefettura, Carabinieri, Polizia Locale, Asl, Ufficio scolastico regionale, assistenti sociali, associazioni e cooperative attive nei centri antiviolenza e nelle case rifugio che punta a contrastare la violenza di genere su tutto il territorio: questo lo scopo del progetto M.A.R.A. – Mappare e Aumentare le Risorse Antiviolenza, presentato oggi in Campidoglio e promosso dall'Assessorato alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale. Oggi si è tenuta la prima cabina di regia del progetto, che mira a diventare uno "strumento permanente di indirizzo, coordinamento e proposta". In modo che le situazioni di violenza siano gestite in modo coerente da tutti gli attori in campo, in un approccio che non sia solo emergenziale e volto al singolo caso, ma che sia in grado di "garantire tutela, accoglienza e diritti in modo strutturale e continuativo".

I temi affrontati nella cabina di regia hanno riguardato la formazione degli operatori che hanno a che fare con situazioni di violenza e abusi, la creazione di un catalogo delle buone prassi territoriali, la necessità di un accesso sanitario più snello in pronto soccorso per le donne vittime di violenza, e la creazione di linee guida per le scuole, in modo che in caso di emergenza non sia necessario per i minori la firma del padre maltrattante. La Questura ha parlato della possibilità per gli uomini ammoniti di accedere a dei percorsi volontari di recupero, e si è discusso del ruolo dei centri per uomini maltrattanti, ancora pochi sul territorio nazionale ma fondamentale per quanto riguarda la prevenzione e il recupero. Un altro dei temi che ha trovato spazio durante la riunione, è stato quello dell'allontanamento dei minori dalle madri che hanno subito violenza: in questo caso si è sottolineata la necessità di usare questo provvedimento come extrema ratio, in modo da non penalizzare ancora di più chi ha già subito violenza.

"Il progetto M.A.R.A. è il cuore della nostra visione – ha dichiarato l'assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli – Vuol dire riconoscere che Roma è una città complessa, fatta di territori diversi, e proprio per questo deve dotarsi di strumenti condivisi, chiari e solidi per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne. Abbiamo scelto un approccio sistemico: dalla prevenzione alla fuoriuscita, dalla protezione all'autonomia. Non bastano singole risposte, servono relazioni stabili tra tutti gli attori: istituzioni, scuole, forze dell'ordine, terzo settore. La Cabina di Regia serve a questo: a cucire i punti, a colmare le zone grigie, a costruire un modello cittadino che sia un laboratorio di buone prassi e standardizzazione delle procedure replicabile a livello nazionale".

"Un'occasione importante – sottolinea l'assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari – per mettere al centro di questo tavolo un indirizzo di impegno, a supporto dei servizi sociali, per tutelare le donne non solo quando sono vittime di violenza o denunciano, ma anche quando si verificano episodi, spesso agli onori della cronaca, in cui si allontana il minore dalla madre quando una donna in realtà è vittima della violenza del marito. La cabina di regia rappresenta un'occasione importante anche per migliorare la presa in carico dei servizi di prevenzione e tutte le azioni che, in maniera integrata, possiamo mettere in campo con il Dipartimento Pari Opportunità, i municipi e tutta la rete dei centri antiviolenza".

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